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lunedì 24 ottobre 2011

I valori sociali: una brutta storia di dualismo.


I valori.
Condannati dagli edonisti, glorificati dagli intellettuali, citati dagli anziani, ignorati dai giovani, confusi dalla società.
Per quanto io apprezzi la libertà della società odierna, vi è una pecca in questa di cui m'interessa parlare, perchè è giusto che io non vi elenchi solo i pregi di questa società, ma anche i difetti; i miei sono pareri, di una certa rilevanza, ma pur sempre pareri. Io vi fornisco due verità, un parere e voi ne traete una conclusione.
Ciò di cui vi parlo oggi è del dualismo della società odierna, la quale innalza alcuni valori ponendoli come basi dell'esistenza, per poi, alla prima manifestazione di quel valore, condannarlo, etichettandolo come sconveniente e infantile.
Questa considerazione che nutrivo da un po' di tempo, mi è tornata in mente pochi minuti fa, guardando il grande fratello (Sì, il grande fratello) in cui una ragazza di nome Floriana si vantava della sua cultura, dicendo di leggere Shakespeare a otto anni e di leggere ogni sera Schopenauer e Petrarca.
I produttori hanno creato una sfida in cui tre ragazzi dovevano scegliere a chi dare accesso alla casa tra questa Floriana ed Ylenia, un'altra ragazza di cultura decisamente minore, per quello che ho capito di primo acchitto. La prima ha iniziato subito ad esporre i motivi che le avrebbero dovuto garantire l'entrata nella casa: la sua cultura, le sue letture, e la sua intelligenza "Perchè leggo Schopenauer tutte le sere" questa una sua citazione.
Subito il pubblico ha iniziato a rumoeraggiare con versi denigratori, svalutando così la ragazza, mentre l'altra (Ylenia) ha detto: "Io sono ignorante rispetto a te, perchè se tu leggi Schopenauer e Foscolo (La ragazza pecca un po' di confusione sui poeti italiani), io ogni sera leggo Topolino." Ed il pubblico subito ad esultare, con un fracasso di mani, di voci, di gioia.
Allora ho compreso una cosa: nella società odierna non c'è il concetto di Umiltà, ma il concetto di Svalutazione.
Più uno svaluta se stesso, più sarà glorificato e apprezzato, mentre più uno innalza se stesso, più sarà odiato e svalutato poi da terzi.
Comprendo che una persona che innalza se stesso può peccare di Superbia, ma quando vi sono le basi per essere superbi, quando questa superbia è supportata da qualità palpabili e reali, perchè non mostrarle?
Non si tratta di essere superbi, ma di essere giusti con se stessi.
Nell'esempio del Grande Fratello il pubblico, con quelle grida è come se avesse detto: "Viva l'ignoranza! L'importante è che non se la tiri, poi se un'idiota, non importa."
Io stesso sono "superbo", mi ritengo superiore a quasi ogni mio cotenaeo dal punto di vista intellettivo e culturale, e nel 95% dei casi ho ragione; di certo la mia cultura non è nata con me, ho letto, ho studiato, ho riflettuto, ho impiegato del tempo per la riflessione, la lettura, la musica, la filosofia ed ecco cosa sono diventato.
Sarebbe meglio se io dicessi "Io ho passato anni della mia vita a riflettere, pensare, interrogarmi, leggere, ma sono un ignorante, non so niente, non conosco niente e sono tanto intelligente e acculturato quanto ogni mio cotenaeo.
E la meritocrazia per cui tanto si combatte dov'è finita?
Io ho IMPIEGATO il mio tempo per raggiungere un tale livello e ora mi MERITO di usufruirne e di sentirmi migliore e superiore rispetto ad altri.
In ogni caso non è tutto merito mio, è anche merito dei miei geni, bisogna nascere predisposti per raggiungere un tale livello intellettuale, un idiota che studia quanto me, non raggiunge il mio livello.
La superbia è giusta, quando supportata da basi solide, la svalutazione non è mai giusta.
Il dualismo che da il titolo al post è proprio quello tra sicurezza di se stessi e svalutazione.
La società ci sprona ad essere sicuri di noi, ad avere stima di noi stessi, in poche parole ci sprona ad una superbia contenuta.
Ma qual'ora si veda in televisione o in qualunque altro luogo anche un minimo accenno di superbia, subito la si condanna; e la condanna della superbia è frutto proprio della società, è sempre lei la madre sbronza che c'inculca quest'opposizione: Abbi stima di te stesso, ma non mostrare mai la tua stima.
E allora cosa me ne faccio? E' come se io, fotografo, avendo una macchina professionale, preferissi usare quella "usa e getta" per timore di svalutare chi non può permettersi una macchina precisa come la mia.
Vi confesso che quando al Grande Fratello quella ha iniziato a mostrare "superbia" io stesso per un attimo ho pensato: ma chi si crede di essere questa?
Fortunatamente la mia parte Razionale mi ha subito riportato alla mente la mia considerazione, spingendomi ad essere coerente.
Quanto amo la mia compagna Ragione.
In conclusione vi dico che la situazione è complicata: vorrei dirvi di fregarvene di cosa dicono gli idioti ed usare, o abusare qual'ora vi fosse il bisogno, delle vostre qualità e dei vostri meriti, ma questo vi metterebbe in cattiva luce con la maggior parte della società, che sarà anche composta da idioti, ma nella situazione attuale conta più la quantità della qualità.
Potete fregarvene o potete sottostare ai dettami della società per restare in armonia con essa e non essere etichettato come superbi.
A voi la scelta, miei cari.

Auguro a tutti una buona notte.
Marco Migliaccio

Vi segnalo questa pagina in cui è scritta una concezione diversa dalla mia e più psicologica della superbia:
http://www.iovalgo.com/l%e2%80%99-invidia-e-la-superbia-sorelle-del-disprezzo-3223.html/comment-page-1#comment-5403

mercoledì 12 ottobre 2011

Stay hungry, stay foolish! Stay calm.




Pochi giorni fa è venuto a mancare un grande inventore contemporaneo, una persona che ha apportato enormi vantaggi nel mondo della TECNOLOGIA: Steve Jobs.
Steve Jobs è stato l direttore dell'Apple, è stato la mente di grandissime invenzioni, invenzioni che hanno migliorato il nostro modo di viviere, badate bene: migliorato, non rivoluzionato.
Quello di cui vi voglio parlare oggi non è la genitalità di Steve Jobs o le sue invenzioni, vi sono già milioni di sit che in questo momento stanno decantando le sue lodi. E' proprio di queste che vi voglio parlare: delle lodi che gravitano intorno alla figura di Steve Jobs.
Non voglio negare l'intraprendenza del signor Jobs, nè la sua capacità di anticipare i desideri del compratore (o meglio: di dirigere i desideri del compratore) quello che voglio negare sono le definizioni che si danno adesso di Steve Jobs.
Steve Jobs era un INVENTORE, una persona che si dedicava ad invenzioni utili per le persone servendosi della tencologia  e della scienza per migliorare i suoi prodotti. Questo era Steve Jobs.
Adesso, naturalmente, tutte le persone deboli di mente, diranno: certo, è solo un inventore.
Purtroppo di Steve Jobs in Interne si legge questo:  I giornali e la rete sono pieni, oggi, di commenti e retrospettive e dichiarazioni su Steve Jobs. Il profeta, il genio, il guru, il rivoluzionario.
Il profeta? Forse le persone hanno raggiunto un livello d'ignoranza talmente elevato da non capire più il significato della parola profeta: Maometto era un profeta, Gesù Cristo era un profeta, Buddha era un profeta. Steve Jobs non ha profetizzato nulla, non ha creato alcune profezia o altro, nè nulla che si avvicini lontanamente ad essa. Steve Jobs creava gli iPhone.
Steve Jobs oltre ad essere chiamato guru e profeta ha ricevuto anche un'altra nomina: Filosofo.
Filosofo? Steve Jobs un filosofo? Quando ho sentito gente definirlo in quel modo avrei voluto aprirmi il cranio col il De Republica di Platone.
Ma va bene, ammettiamo che Steve Jobs sia un filosofo, prendiamo in esame le sue frasi più note ed analizziamone i profondi contenuti ontologici e gnoseologici.
Stay hungry, stay foolish: Frase che spopola nel web, pronunciata dal nostro filosofo durante un discorso tenuto presso un'università americana; tradotta è: siate affamati, siate folli.
Siate affamati: Proabilmente lui intende affamati di successo, non datevi per vinto, continuate ad inseguire i vostri sogni ed altri concetti banali, poco originiali e sicuramente ancor meno filosofici.
Siate folli: Più che alla follia, il filosofo esorta all'originalità, con siate folli vuol dire: siate abbastanza geniali da trasferire la vostra originalità anche in quello che fate.
Altri concetti espressi dal profeta sono: seguite il vostro cuore, non vi arrendete, raggiungete i vostri sogni ecc. Concetti che io sentivo nei cartoni disney che guardavo da bambino.
Un'altra frase, che sembra essere una delle più grandi del nostro profeta, è:  la morte è la migliore invenzione della vita perché ci costringe a usare al meglio, seguendo l'istinto, il tempo concessoci.
(Nel sito da cui ho preso la frase, hanno addirittura evidenziato i caratteri principali della frase, dove il nostro filosofo-profeta-guru raggiunge il suo massimo genio.)
Inutile dare importanza alla seconda parte della frase: perchè ci costringe ad usare al meglio, seguendo l'istinto, il tempo concessoci. E' solo un metodo più elegante per esprimere il concetto trito e ritrito vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo.
Soffermiamoci, però, sulle prime parole: La morte è la migliore invenzione della vita.
Concentriamoci sul verbo: inventare.
Inventare: creare, ideare, escogitare. Tutti questi verbì sottointendo una cosa: la volontà. Questo vuol dire che la vità ha voluto creare qualcosa che l'annullasse, cosa che va contro il naturale istinto di conservazione dell'essere umano. Pensateci: la vita vuole a tutti i costi essere preservata e crea di sua spontanea volontà qualcosa che la distrugga?
Inoltre sappiamo che se la morte non esistesse, non esisterebbe neanche la vita, in quanto sarebbe impossibile distinguere vita e morte se una delle due non ci fosse; questo implica che la vita non può inventare la morte, in quanto non potrebbe esistere senza la morte.
Ecco smontata in due colpi la grande teoria rivoluzionaria del nostro filosofo.
Non voglio denigrare Steve Jobs, lungi da me tale pensiero, voglio solo porre le cose sul posto giusto: Steve Jobs non era un filosofo, non era un guru, non era un profeta, era un genio informatico, ed è stupido attribuirgli titoli in materie in cui probabilmente Steve Jobs era totalmente ignorante, come se io che di software non ne capisco nulla, mi autdefinissi: genio informatico. Come io sono ignorante nella creazione dei sfotware e nell'informatica, Steve Jobs non mi sembra essere meno ignorante nella filosofia.
Adesso tutti gli americani iniziano ad idolatrarlo come se fosse un eroe di patria, non mi stupirei se tra qualche anno al monte Rushmore fosse aggiunto anche il suo volto.
Steven Spielberg lo ha definito: il più grande inventore dopo Thomas Edison, buttando nel cesso centoncinquanta anni di scienza.
Ci sono fisici e chimici che hanno posto le basi e creato i primi apparecchi per ottenere in un probabile futuro fonti d'energia INFINITE, ma questi non sono niente in confronto a Steve Jobs, dopotutto che c'importa dell'energia infinita? Noi abbiamo l'i-Pad!
In conclusione, miei cari, vi dico: abbiate capacità di giudizio e ponete le cose sul giusto piano.
Steve Jobs è stato uno dei più grandi inventori informatici. Non un filosofo. Non un guru. Non un profeta. Non un rivoluzionario del mondo.
Un genio informatico. Nient'altro.

Marco Migliaccio


Segnalo, per tutti quelli che volessero delucidazioni in merito, un blog dove viene fatta luce su tutte le "invenzioni" di Steve Jobs.
http://bricke.blogspot.com/2011/10/steve-jobs-non-ha-inventato-nulla-ma-lo.html